Pubblicato da: elenagazzotti | settembre 15, 2010

ORDINE DEL GIORNO OMICIDIO SINDACO DI POLLICA (SA)

Modena, 8 settembre 2010
Tra le 21,00 e le 23,00 di domenica 5 settembre è stato ucciso Angelo Vassallo, Sindaco di Pollica (SA), Comune del Cilento. Vassallo, 57 anni, stava rientrando a casa con la sua automobile, quando è stato raggiunto da nove proiettili diretti tra la faccia e il cuore. Le modalità brutali e pesanti di questo assassinio e l’impegno riconosciutogli anche da importanti organi della magistratura per un’amministrazione del territorio improntata alla fermezza nel rispetto della legalità e alla tutela del proprio territorio contro gli interessi criminali, sono state alcune delle motivazioni per le quali nelle indagini sul delitto è stata coinvolta la Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, nonostante fino a questo momento il Cilento sia sempre stata considerata una terra di debole presenza criminale camorristica.
IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI MODENA
GIUDICA
Questo atto grave non solo per la violenza ingiustificabile dell’omicidio, ma anche perché colpisce l’intero territorio che viene privato di un riferimento e una guida importante, esempio di legalità e di politica fatta per il bene comune e colpisce in particolare tutti quegli amministratori non solo che operano per il buon governo dei loro territori, ma che quotidianamente resistono alle intimidazioni, minacce, attentati e violenze per affermare e costruire, con le parole e le azioni, un tessuto sociale in cui vengano riconosciuti i diritti, e non favori. Il dolore per quanto accaduto non è solo un fatto privato, ma pubblico. Gli interessi che hanno portato a questo assassinio non devono affermarsi, né fatti di questo genere devono più accadere.
ESPRIME
Il più vivo cordoglio e solidarietà ai familiari del Sindaco ucciso, all’amministrazione comunale e ai cittadini di Pollica. Solidarietà e sostegno alle centinaia di amministratori che si impegnano quotidianamente per l’affermazione dei diritti dei cittadini e per il rispetto della legalità rischiano la vita e sono sottoposti a violenze e minacce.
AUSPICA
L’accertamento puntuale e rigoroso della verità su quanto accaduto e l’affermazione delle ragioni della giustizia da parte delle forze dello Stato competenti.
SI INVITA
il Presidente della Provincia, la Giunta e la conferenza dei Sindaci ad assumere come decisione la intitolazione della
ormai ultimata rotonda stradale di San Donnino ad Angelo Vassallo, Sindaco, uomo delle istituzioni esempio di dedizione totale al bene della sua collettività e, forse, proprio per questo assassinato.
Il presente ordine del giorno sarà inviato al Consiglio Comunale di Pollica e al Prefetto di Salerno.
Per il gruppo PD
ELENA GAZZOTTI
LUCA GOZZOLI

IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI MODENA RIUNITO NELLA SEDUTA DEL 07 LUGLIO 2010, PRESO ATTO DELLA DENUNCIA DI ALCUNE ASSOCIAZIONI UMANITARIE E DALL’ALTO COMMISSARIATO DELL’ONU CHE HANNO EVIDENZIATO COME NEI GIORNI SCORSI 250 CITTADINI ERITREI IN FUGA DAL LORO PAESE SIANO STATI TRATTENUTI PER ESSERSI RIBELLATI ALL’INTENZIONE DELLE AUTORITA LIBICHE CHE INTENDEVANO PROVVEDERE ALLA LORO SCHEDATURA

CHIEDE

AL GOVERNO ITALIANO ED ALLA COMUNITA EUROPEA DI FARSI PROMOTORI DI UNA FORTE OPERA DI SENSIBILIZZAZIONE NEI CONFRONTI DEL GOVERNO DELLA LIBIA SUL NECESSARIO PIENO RISPETTO DEI DIRITTI UMANI, FONDAMENTALE ED INDISPENSABILE PUNTO DI PARTENZA NON SOLO PER INTRAPRENDERE SCAMBI COMMERCIALI MA ANCHE E SOPRATUTTO PER POTER ESSERE DEFINITI PAESI DEMOCRATICI.

APPROVATO ALL’UNANIMITA

Con queste riflessioni elaborate da quattro giovani del Circolo vorremmo proporre di confrontarci su un tema strategico per il futuro della città, l’urbanistica, di grande attualità e su cui si sta concentrando l’attenzione dei media. Riceviamo quotidianamente molti attacchi, alcuni puramente strumentali (ricordiamo che la città è cresciuta di 70mila abitanti nel periodo 1951-1981 e di poco meno di 4mila abitanti nei 30 anni successivi), altri più motivati. Nel territorio di Buon Pastore sono previste importantissime trasformazioni e vorremo provare a dire la nostra sulle scelte urbanistiche per la città, che non siano solo nuove edificazioni e strade, ma anche un processo culturale e comportamentale volto alla creazione di spazi per la comunità più coesi e condivisi possibile.
Riteniamo che il concetto di base di compattare la città sia giusto, in quanto la presente situazione di città diffusa, cioè una miriade di piccoli insediamenti residenziali e/o industriali sparsi su tutto il territorio causa impatti ambientali altissimi, perché un tale modello genera tantissimi flussi di traffico di piccole dimensioni che risulta impossibile ed economicamente improponibile coprire con il trasporto pubblico, obbligando quindi il ricorso al trasporto privato con tutti gli impatti ambientali (emissioni, consumo di territorio) e sociali (incidentalità e congestione) che ben conosciamo.
I progetti di Modena Guarda Lontano secondo noi sono nel complesso molto validi. La maggior parte sono progetti di riqualificazione di vecchie aree industriali oggi abbandonate o degradate. Ci sono progetti interessanti per i parchi, che andranno verificati nello stato di avanzamento dei medesimi, coinvolgendo tutti i soggetti interessati. Ci sono progetti importanti di riqualificazione:
• del villaggio Artigiano che prevede di collegare e ampliare spazi verdi oggi separati o degradati o addirittura non esistenti.
• delle vecchie aree industriali in disuso (Mercato Bestiame, fascia ferroviaria) che verranno sostituite da nuovi quartieri con una congrua dotazione di verde.
• della nuova Stazione FS che diventerà un importante punto di interscambio per il trasporto pubblico e un luogo facilmente raggiungibile da fuori Modena in cui lasciare la macchina e girare la città con mezzo pubblico.
• della ex-AMCM che diventerà un polo terziario multifunzionale con ampi spazi per la cultura
Un altro tema di grande criticità è quello dei parcheggi in Centro Storico: è un problema complesso. I residenti hanno sicuramente il diritto a un posto in cui lasciare la propria auto che non sia la strada. Ma sull’argomento parcheggi dovremmo riuscire ad invertire il senso di marcia: i centri storici vivono e prosperano proprio senza auto, perché le isole pedonali non fanno altro che aumentare gli affari; lo dimostrano le scelte fatte per il Centro Storico di Modena e in altre città europee ed extra-europee (ad esempio TIMES SQUARE, NEW YORK dove i commercianti, prima ferocemente contrari, hanno chiesto l’espansione delle aree pedonali ad altri quartieri della città e ad altre strade centrali della stessa Manhattan, come Nassau Street, Fulton Street, Finn Square, Aston Place e Broadway, visto l’aumento degli affari).
Se devo andare a fare compere in macchina, tanto vale che vada al Grand’Emilia, almeno trovo parcheggio e gratis. Per quanto i parcheggi pubblici in Centro Storico siano a pagamento, la mobilità dolce ed ecosostenibile verso il centro (la bicicletta ma soprattutto il trasporto pubblico) inevitabilmente perderà quote di trasporto, in quanto i vantaggi percepiti dall’uso della macchina saranno comunque più elevati rispetto agli altri modi. Siamo convinti che si possano ridurre i parcheggi pubblici in Centro Storico (come a Copenaghen, dove li riducono del 2% l’anno). Se vogliamo una green economy e un cambio nella mobilità dobbiamo ridurre gli spazi fisici per il trasporto privato diminuendo i parcheggi, riservando posti con colonnina per la ricarica alle auto elettriche, costruendo ciclabili e corsie preferenziali per il trasporto pubblico, aumentando i parcheggi scambiatori ai capolinea dei bus in periferia vicino alla tangenziale e riducendo da 50 a 30 il limite per le auto nei centri urbani (lo stanno studiando a New York, tra l’altro si avrebbe una riduzione della probabilità di incidente mortale dal 60-70% attuale al 30-40%).(http://www.repubblica.it/ambiente/2010/03/02/news/new_york_verde-2475781/)

Nel nostro quartiere sono previsti importanti interventi di qualificazione ed espansione urbanistica che dovranno trovare luoghi di confronto e discussione:
• il progetto riguardante la Stazione Piccola è fondamentale: prevede l’interramento della ferrovia che migliorerà la circolazione stradale, quella ferroviaria, il servizio di trasporto sulla linea ferroviaria stessa e la vivibilità delle zone limitrofe e il recupero delle aree ferroviarie attualmente in stato di abbandono.
• l’espansione urbanistica nella zona sud della città, in particolare il comparto Salvo d’Acquisto e che ha generato forti accuse di cementificazione. Prevedere zone di espansione non significa che queste debbano essere costruite per forza a ritmi eccessivamente accelerati. Prima di costruire nuovi comparti deve essere affrontata la pianificazione dei servizi (scuole), la mobilità sostenibile e gli spazi di aggregazione.
Per ridurre il bisogno di nuovi edifici è necessario affrontare il problema degli appartamenti sfitti per ridurre il loro numero. In questa direzione si stanno muovendo le politiche dell’ACER della Provincia di Modena e dell’Agenzia per la Casa della città. Per quanto riguarda i privati, si dovrebbe promuovere l’affitto degli appartamenti con politiche di disincentivo per i proprietari a tenere le case vuote (inasprimenti fiscali, per esempio, come avviene a Parigi) e contemporaneamente aiuti all’affitto e incentivi per canone concordato e calmiere dei prezzi.
Inoltre, le nuove realizzazioni dovranno necessariamente essere costruite seguendo i canoni della bioedilizia, edifici che siano autonomi ed efficienti dal punto di vista energetico: il POC di Modena prevede 1kW di solare fotovoltaico e il 50% dell’acqua calda da solare termico per ogni nuovo alloggio; nell’impossibilità di adempiere all’obbligo il costruttore dovrà comprare una quota del parco fotovoltaico previsto a Marzaglia. Sono questi i primi, importanti passi su una strada giusta che chiediamo sia percorsa con sempre maggior vigore. I nuovi quartieri dovranno inoltre essere disposti in modo da disincentivare l’utilizzo del mezzo privato e creare spazi di socialità tra i residenti per combattere le paure che i nostri avversari seminano e di cui poi raccolgono i frutti nelle urne. In Europa possiamo trovare molti esempi: Friburgo, Linz, Stoccolma, Londra, ecc. (http://www.repubblica.it/esteri/2010/04/21/news/le_citt_del_futuro_nuova_faccia_dell_europa-3498371/?rss)
Vorremo veder espresse e sostenute dal PD idee di politica urbanistica che per una città che sappia rispettare la biosfera, una città verde, come minimo autonoma dal punto di vista energetico e potenzialmente produttrice di più energia di quanta ne consumi; una città che possa dare a tutti una casa con una pluralità di risposte che minimizzino la necessità di nuove realizzazioni recuperando aree urbane abbandonate e appartamenti sfitti o vuoti; una città i cui trasporti possano prescindere nella maggior parte dei casi dal mezzo privato. Vorremmo vedere incentivi al rinnovo del parco circolante verso modelli a basse emissioni, metano, GPL, piccole cilindrate, auto elettriche, ibride e quant’altro. Ed infine vorremmo una città che abbia luoghi di socialità, in cui non ci siano non-luoghi, ma comunità e spazi dove le persone possano uscire, conoscersi, unirsi e combattere, insieme, la paura. Una città di questo tipo ha bisogno di scelte amministrative coraggiose, come hanno cominciato ad elaborare Regione, Provincie e Comuni, in lasciati in questo molto soli dal Governo nazionale. Scelte ispirate anche dalle politiche (ormai non si può più parlare di esperimenti) che in giro per l’Europa dimostrano come un’altra città sia possibile.

Claudio Borsari, Andrea Bortolamasi, Elena Gazzotti, Roberto Pistoni

Modena, 28 maggio 2010

Alla cortese attenzione di

Presidente del Consiglio Provinciale

Presidente della Provincia

Dopo l’approvazione alla Camera l’11/06/2009 e il passaggio in Commissione Giustizia al Senato, è stato recentemente presentato all’approvazione del Senato il Disegno di Legge S. 1611 recante “Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche” (il cosiddetto DDL intercettazioni). Questo disegno di legge ha riscontrato numerose critiche da parte di diversi  e autorevoli osservatori e giuristi, dal mondo della Magistratura, dei Giornalisti ed Editori, in particolare di quelli esposti e impegnati nell’ambito di indagini relative a delitti di corruzione e mafiosi, dalla società civile.

CONSIDERATO CHE

  • Uno Stato democratico che riconosce la sovranità dei cittadini si fonda in modo essenziale sulla dimensione della consapevolezza, del sapere e della conoscenza dei fatti di interesse pubblico come strumento per attuare un controllo democratico dell’esercizio del potere pubblico. La Repubblica Italiana per questo riconosce il diritto all’informazione e alla libertà di stampa nel testo costituzionale, art. 21 “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”, pur senza abusi e indebite intromissioni nella vita privata dei cittadini.
  • La Costituzione riconosce per questo con l’art. 15 il diritto alla privacy “la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’Autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge”. Riconosce quindi l’importanza di rispettare la sfera privata dagli abusi, ma la libertà del singolo deve essere sempre necessariamente limitata nel confronto con la sicurezza di tutti e di ognuno.
  • Le intercettazioni telefoniche, telematiche ed ambientali costituiscono un indispensabile e importantissimo strumento di indagine e di prova per la Magistratura e le Forze dell’Ordine, istituzioni chiamate ad amministrare a giustizia per i cittadini e difendere la sicurezza delle nostre comunità e dei singoli, strumento che ha portato alla luce non solo reati semplici ma anche i crimini dei “colletti bianchi” e della delinquenza organizzata, ha consentito l’arresto di numerosi criminali e boss mafiosi, anche latitanti da decenni.
  • La proposta contenuta nel DDL di modifica dell’art. 267 del codice penale rischia di depotenziare fortemente le inchieste giudiziarie andando poi a favorire delinquenti semplici, corruttori e mafiosi. In essa è contenuta infatti una limitazione pesantissima nell’utilizzo dello strumento delle intercettazioni che non sono più prorogabili dalla Magistratura fin a quando le circostanze non le rendano necessarie, bensì esse non potranno prolungarsi oltre 75 giorni al termine dei quali, a prescindere che il reato sia stato scoperto oppure no, esse devono essere interrotte. Tale legge avrebbe formalmente effetto solo per quello che riguarda i reati minori, escludendo ad esempio i reati di mafia, ma questa distinzione è solamente formale, in quanto nella sostanza spesso i reati per mafia sono stati scoperti proprio a partire da intercettazioni riguardanti reati minori (cosiddetti reati satellite), protratte per mesi se non addirittura per anni. Le limitazioni riguardanti i reati comuni hanno certamente riflessi negativi per esempio sulle indagini riguardanti la criminalità organizzata, rischiando di rendere inefficaci anche le proposte positive contenute nel ddl recante il Piano straordinario contro le mafie, approvato il 27 maggio 2010 alla Camera.
  • Il testo di legge presenta inoltre diversi elementi che costituiscono un serio pericolo per il diritto dei cittadini di informarsi per deliberare e il dovere dei giornalisti di informare, andando a colpire soprattutto il giornalismo di inchiesta, ovvero quello che cerca di fare comprendere il senso, di ricostruire la cornice in cui inserire i singoli fatti, i fatti dimenticati, nascosti, non raccontati. Infatti non solo non si potrà scrivere di intercettazioni, ma anche non si potrà dare notizia di atti processuali non più coperti da segreto istruttorio fino alla conclusione delle indagini preliminari, che richiedono anche due o tre anni di tempo, periodo in cui non si verrebbe a conoscenza di reati commessi. La violazione di questo vincolo sarebbe punita inoltre con sanzioni pecuniarie pesantissime per tutti gli editori che vanno dai 64500 ai 464700 euro e con la pena detentiva per chi dovesse riferire i contenuti di atti giudiziari.
  • Garantirebbero il rispetto del diritto alla privacy la seria applicazione, potenziamento e una maggiore efficacia degli strumenti e delle norme esistenti a livello di Codice Deontologico, Ordine dei Giornalisti e Garante per la Privacy. Inoltre invece di depotenziare uno strumento importantissimo per la Magistratura e Forze dell’Ordine e per l’informazione dei cittadini si potrebbero introdurre udienze filtro in cui vengono stralciate le intercettazioni relative a persone terze non coinvolte nei procedimenti giudiziarie poi prevedendo e garantendo pene certe e severe per chi ne facesse un uso inappropriato.

IL CONSIGLIO PROVINCIALE

GIUDICA

Pericoloso e inadeguato l’attuale ddl che “per proteggere una persona che non c’entra ne protegge mille che c’entrano”, privilegiando in particolare i detentori di potere che riuscirebbero a non fare captare e conoscere le proprie parole e le azioni, neanche per esigenze di giustizia.

ESPRIME

  • Forte preoccupazione per gli effetti devastanti che una legge del genere avrebbe sulla sicurezza e legalità del nostro paese, ma anche per l’impatto sulla democrazia che rischia di vedere non solo compromesso il diritto del cittadino di conoscere e quindi controllare le modalità di gestione del potere pubblico, ma anche di ostacolare lo sviluppo della nostra comunità che viene deprivata di possibilità dell’apporto del contributo di tutti tramite critiche costruttive per un miglioramento.
  • Solidarietà ai cronisti, giornalisti, scrittori che fanno inchiesta nell’impegno per la legalità, contro le mafie, di denuncia delle complicità che a ogni livello ne consentono l’espansione, rompendo il muro di omertà diffuso e permettendo di agire per un cambiamento. Solidarietà a Magistrati e Forze dell’Ordine che seriamente esercitano la loro professione anche con forte esposizione personale, cercando di amministrare per tutti la giustizia.

CHIEDE

al Presidente del Consiglio Provinciale di trasmettere il testo dell’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio Provinciale al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera e al Presidente del Consiglio dei Ministri.

Per il gruppo PD

ELENA GAZZOTTI

LUCA GOZZOLI

Pubblicato da: pdxtre | giugno 1, 2010

Cronache dal Consiglio Comunale del 31 maggio 2010

I problemi degli insegnanti, i tagli della riforma Gelmini ed il futuro dell’istruzione a Modena. La seduta odierna del Consiglio Comunale è tutta incentrata sul mondo della scuola. In totale il Gruppo Pd ha presentato 5 interrogazioni e 6 ordini del giorno, questi ultimi verranno poi sintetizzati in un documento unico (consultabile nella sezione mozioni).

La discussione inizia alle ore 16:05. Dopo la prima interrogazione sul caso Limina (Garagnani, Pd) la destra è in super difficoltà e la butta in caciara. Pdl e Lega Nord urlano e bloccano i lavori sostenendo che non è più valido l’accordo preso tra i capigruppo di non trasformare le interrogazioni in interpellanze.
Il capogruppo Trande risponde che è tutta una bufala e che vogliono solo far saltare il Consiglio poichè sono in difficoltà. La seduta viene sospesa varie volte. Si tratta dell’ennesima occasione in cui le minoranze tentano di far sospendere il Consiglio Comunale vista l’incapacità di argomentare.

Per fortuna il dibattito riprende, ma l’ostruzionismo della destra provoca due risultati: si discute sugli ordini del giorno e non sulle interrogazioni. La discussione termina alle 21 circa. In aula non ci sono più Idv, UDC, MPA e lista Grillo. Si vota sì all’odg del Pd e si boccia quello della Lega Nord.

In conclusione viene affrontata una sola interrogazione, quella depositata dal consigliere Guerzoni dal titolo:” Oggetto: Riforma Gelmini, cosa cambia in concreto nelle scuole superiori di Modena per il prossimo anno scolastico?”

Pubblicato da: pdxtre | Maggio 17, 2010

Al Parco Ferrari parte la Festa del Pd

Dal 18 maggio al 13 giugno. Tra gli ospiti Pier Luigi Bersani, Massimo D’Alema (il 27 maggio) e Vasco Errani (18 maggio). Il Gruppo Consiliare parteciperà attivamente alla festa con servizio volontario, porte d’ingresso e iniziative politiche.

Ci saranno anche Pier Luigi Bersani, Massimo D’Alema e Vasco Errani alla Festa comunale del Pd che si apre domani, martedì 18, al Parco Ferrari e andrà avanti fino al 13 giugno. Il presidente della Regione Errani parteciperà domani alla serata inaugurale assieme a Stefano Bonaccini, Davide Baruffi e Giuseppe Boschini, rispettivamente segretario regionale, provinciale e cittadino del Pd. Tema dell’incontro: ”Modena, Emilia-Romagna, Europa, la regione verso il futuro”. Appuntamento alle ore 21.

Giovedì 27 maggio, sempre alle 21, sarà la volta di Massimo D’Alema, a Modena per la presentazione del libro di Andrea Giuntini e Giuliano Muzzioli sulla figura di Rubes Triva, in programma nel pomeriggio all’Auditorium Biagi. Ancora da definire la data dell’incontro con il segretario Pier Luigi Bersani.

Numerosi gli incontri e i dibattiti in programma alla Festa del parco Ferrari: venerdì 21 maggio sui temi ambientali con l’on. Sandro Bratti; mercoledì 26 maggio sulla partecipazione con i presidenti delle circoscrizioni; venerdì 28 maggio sulla scuola con le parlamentari Manuela Ghizzoni e Mariangela Bastico e l’assessore Querzé; giovedì 3 giugno sullo sviluppo della città con gli assessori Sitta e Alperoli; venerdì 4 giugno sui programmi della giunta con il sindaco Pighi; giovedì 10 giugno sul lavoro con l’on. Miglioli e l’assessore provinciale Ori; venerdì 11 giugno sulla sicurezza con il sen. Barbolini e l’assessore Marino.

Nell’area della festa saranno in funzione quattro ristoranti (chiusi il lunedì) e un bar, la libreria, l’arena spettacoli con le serate di liscio, il campo di pallavolo su prato, lo spazio giochi e animazioni per bambini, la tenda Arcimix con un programma musicale che spazia dal rock alla musica latino-americana, dal sound d’ascolto alla dance. Tutti gli spettacoli sono gratuiti. Disponibile un deposito per biciclette custodito e due parcheggi auto nell’area del parco con ingresso dalla via Emilia.

Pubblicato da: pdxtre | Maggio 12, 2010

Ferrari e Maserati, il Pd: “La Fiat faccia chiarezza”

Interpellanza in Provincia e interrogazione in Comune di fronte alla “preoccupante situazione di crisi” delle 2 storiche aziende modenesi

Fare chiarezza subito sulle reali intenzioni del gruppo Fiat, in particolare per quanto riguarda i piani industriali della Ferrari e della Maserati. E’ quanto chiede il Partito democratico di fronte alla “preoccupante situazione di crisi” che investe due storiche aziende modenesi e, più in generale, l’intero comparto della metalmeccanica. Dopo la rottura delle trattative tra sindacati e direzione aziendale della Ferrari il Pd ha presentato un’interpellanza in Provincia e un’interrogazione in Consiglio comunale.

“Le istituzioni e le forze sociali modenesi – dichiara il capogruppo del Pd in Provincia Luca Gozzoli – non possono accettare che il maggior gruppo industriale italiano tardi a fare chiarezza sulle sue intenzioni di sviluppo nella nostra provincia. Chiediamo di essere informati sulla situazione dello stabilimento Ferrari in riferimento al rischio concreto di una forte riduzione degli occupati; l’occasione potrà essere utile per affrontare una discussione sulla situazione di Maserati”.

Dello stesso tenore la presa di posizione di Michele Andreana, presidente della commissione crisi del Comune. Il consigliere del Pd chiede al sindaco “di attivarsi urgentemente nei confronti dell’azienda per chiarire quali sono le implicazioni del piano industriale aziendale; che effetti si avranno sul tessuto produttivo e occupazionale delle due aziende; quali strumenti alternativi potrebbero essere adottati al fine di evitare pesanti tagli occupazionali e l’inasprimento delle tensioni sociali”.

La riorganizzazione aziendale – avverte Andreana – oltre ad avere implicazioni rilevanti per la tenuta dei livelli occupazionali, andrà a definire i rapporti e le sinergie industriali tra lo stabilimento Ferrari e la Maserati di Modena”.

Pubblicato da: pdxtre | Maggio 11, 2010

Emergenza occupazione alla Ferrari, mobilitazione Pd

Modena 11/5/10

Al Sindaco

Alla Presidente
del Consiglio comunale

INTERROGAZIONE URGENTE

Oggetto: Situazione produttiva ed occupazionale alla Ferrari auto

A seguito delle notizie apparse oggi sulla stampa e dell’ esit0 negativo dell’ incontro sindacale avvenuto ieri, presso la sede della Confindustria di Modena tra la direzione della Ferrari Auto, le rappresentanze sindacali Fim, Fiom ,Ulm e le Rappresentanze Sindacali Unitarie, che annunciano l’apertura di un piano di riorganizzazione aziendale e un rilevante numero di esuberi di personale.

Considerato che la vertenza riguarda un importantissima azienda del nostro tessuto territoriale e che la riorganizzazione e gli assetti occupazionali e industriali che si definiranno, oltre ad avere implicazioni rilevanti per la tenuta dei livelli occupazionali, definiranno i rapporti e le sinergie produttive ed industriali tra lo stabilimento Ferrari e la Macerati di Modena.

Chiedo al Sindaco

Se ritiene opportuno attivarsi urgentemente nei confronti dell’azienda per chiarire quali sono le implicazioni e gli effetti del piano industriale aziendale; che effetti avranno sul tessuto produttivo ed occupazionale delle due aziende; quali strumenti alternativi potrebbero essere adottati al fine di evitare pesanti tagli occupazionali e l’inasprimento delle tensioni sociali.

Michele Andreana

Una parte dei fondi doveva finanziare i lavori per la messa in sicurezza di Secchia e Panaro. “La Lega parla di federalismo ma a Roma avvalla le politiche centraliste”

Centottanta milioni di euro “scippati” dal governo alla Valle del Po e usati per mettere riparo alle gestioni fallimentari dei Comuni di Palermo e Catania. Il tutto con l’approvazione della Lega “che a Roma avvalla tutti quei provvedimenti che colpiscono gravemente la valle padana e quindi anche la provincia di Modena”.

La denuncia è del consigliere del Pd Fabio Garagnani che chiede alla giunta di sollecitare i parlamentari modenesi affinché “contestino lo storno dei fondi e rivendichino, con forza, i legittimi e vitali interessi dei modenesi”.

Quei 180 milioni – stanziati a suo tempo dal governo Prodi utilizzando i Fondi per le aree sottoutilizzate (Fas) – dovevano servire a rafforzare le difese idrauliche contro i rischi di alluvioni nel bacino del Po. Una parte dei fondi avrebbe finanziato anche i lavori per la messa in sicurezza dei territori lungo gli argini del Secchia e del Panaro. Invece, in Commissione ambiente della Camera, il sottosegretario Roberto Menia ha affermato, in risposta ad un’interrogazione dei parlamentari Pd (tra i quali anche gli on. Ghizzoni e Miglioli), che i 180 milioni di fondi FAS, destinati in origine al progetto Valle del Po sono stati spesi per altre esigenze perché per il Governo la messa in sicurezza del Po e la sua valorizzazione turistica non costituiscono una priorità”.

Durante la discussione i consiglieri della Lega Nord, in evidente imbarazzo, si sono allontanati dall’aula. “L’atteggiamento della sedicente «Lega Nord per la indipendenza della Padania» è incredibile”, commenta il capogruppo del Pd in Consiglio comunale Paolo Trande. “In tutto il Nord si riempie la bocca di belle parole sul federalismo poi invece a Roma avvalla le politiche centraliste di questo governo. Ma al Carroccio non interessa che arrivino i 180 milioni di euro nei nostri territori?

La cosa che fa più arrabbiare – aggiunge Trande – è scoprire che per il Carroccio Modena e la Valle Padana non sono una priorità. Consultando i resoconti della Commissione Ambiente della Camera, presieduta dall’onorevole leghista Alessandri, si scopre che 100 milioni sono andati a Palermo per dissesto della società urbana gestione dei rifiuti e gli altri 80 distribuiti tra Catania e la Campania sempre per riparare alla cattiva gestione di quelle amministrazioni”.

Pubblicato da: pdxtre | Maggio 11, 2010

Cronache dal Consiglio Comunale del 10 maggio 2010

INTERROGAZIONI
Durante il question time si sono discusse due interrogazioni depositate dal Gruppo Pd. La prima della consigliera Sala aveva come oggetto ‘Decennale del Gruppo Comunale di Protezione Civile’; la seconda invece del consigliere Garagnani sul mancato arrivo a Modena di 180 milioni FAS sulla sicurezza idraulica della Valle Padana. Su questo argomento la Lega Nord, in super difficoltà, è letteralmente scappata dall’aula ed il capogruppo Pd Paolo Trande ha attaccato il ‘federalismo solo platonico’ del Governo Berlusconi.

DELIBERE
Il primo voto ha visto la surroga di Stefano Bonaccini, dimissionario. Al suo posto è entrata ufficialmente in Consiglio Claudia Codeluppi.
Il secondo argomento ha visto la discussione de ‘Richiesta di istruttoria pubblica sulla variante al POC-RUE’ richiesta da Pdl, Lega Nord, Idv e Lista Grillo. La richiesta viene bocciata perché, come ben spiegato dall’assessore Sitta:” Arrivata fuori tempo massimo e senza opportunità politiche. La partecipazione dei cittadini è un cosa seria e non un argomento da strumentalizzare. La città aspetta risposte da due anni su questo progetto. Perchè le opposizioni non hanno mosso questa richiesta allora? E’ ovvio che l’unico intento delle opposizioni è dilatare i tempi”.
Le ultime due delibere riguardano il settore servizi sociali e salute (Assessore Francesca Maletti). Il Consiglio vota sì all’appalto per il servizio di trasporto disabili e alla procedura negoziata per l’affidamento della gestione di un centro residenziale e di uno semiresidenziali per persone adulte in consizioni di disagio.

INTERROGAZIONI
Il Gruppo Pd, prima firmataria la consigliera Giulia Morini, ha depositato un’interrogazione sul problema che la riforma Gelmini porterà nella formazioni delle classi nelle scuole superiori. Inoltre il consigliere Enrico Artioli ha scirtto un’altra interrogazione dal titolo ‘Azioni per la cura dei minori e sostegno per le famiglie che accolgono bambini in affido’.

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